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10.12.2020 Termovettori

Sicurezza e Ambiente: due criteri di primaria importanza nella scelta di un termovettore

In commercio sono disponibili diverse basi di formulazione dei termovettori

I termovettori sono fluidi di trasferimento a base di antigelo e di inibitori in soluzioni da diluire con acqua o pronte all’uso.

La protezione antigelo di un termovettore è il primo criterio di selezione, ma è di fondamentale importanza fare un ulteriore passo avanti prendendo in considerazione la sicurezza e l’ambiente.

Infatti, la base di formulazione possiede un impatto ambientale legato all’origine della materia prima impiegata, alla sua produzione e naturalmente alla sua biodegradabilità, ma influisce anche sulla sicurezza delle persone e dei sistemi termodinamici nonché sulla loro attuazione (nocività o innocuità).

Le basi di formulazione dei termovettori determinano le caratteristiche e le proprietà fisiche che consentono di dimensionare l’impianto (viscosità, compatibilità, ecc.) e le sue prestazioni (scambio termico, capacità batteriostatica, ecc.).

L’impatto ecologico dell’impianto può essere ridotto con la scelta di un termovettore a bassa viscosità, che permette di ottimizzare i consumi energetici.

Le basi di formulazione dei termovettori di Climalife

Consultare la nostra offerta completa sul sito internet.

1. Sicurezza : Lettura delle schede dati di sicurezza (SDS)

La lettura delle schede dati di sicurezza non è sempre facile, ma è la prima cosa a cui pensare. In particolare, è necessario osservare i pittogrammi di pericolo e leggere le frasi relative ai pericoli fisici, per la salute e per l’ambiente (H) ed i consigli di prudenza (P) nella sezione 2.

Tutte le SDS dei prodotti Climalife sono disponibili sul nostro sito internet e su quickfds.com

Frasi di rischio e pittogrammi di pericolo

Esempio: estratto di una SDS di un termovettore a base di MEG (immagine 1) e di una SDS a base di MPG (immagine 2).

neutragel neo

Solufluid Solar -20

2. Sicurezza : Tossicità e nocività dei termovettori

Come visto in precedenza, in commercio sono disponibili varie basi di formulazione. In funzione dell’applicazione (refrigerazione, climatizzazione, riscaldamento, ecc.) e del settore interessato (alimentare, edile, chimico, ecc.), la scelta del termovettore deve tenere conto della tossicità della formula. Infatti, sarà possibile scegliere un termovettore a base di MEG (nocivo) soltanto in caso di applicazioni in cui non vi sono rischi di contatto, nemmeno accidentali, con prodotti o sostanze alimentari o acqua sanitaria.

Per limitare l’impatto sulla salute umana, nei nostri termovettori a base di MEG è presente un additivo amaro, destinato a evitare il pericolo di ingestione. Inoltre, tutti i termovettori Climalife sono privi di nitrati e ammine, per evitare la formazione di composti nocivi come le nitrosammine. Nelle sue formule, Climalife vieta inoltre l’utilizzo di fosfati e borati e di tutte le altre sostanze CMR (cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione).

3. Sicurezza dei sistemi

Per combattere l’usura e gli attacchi agli elementi degli impianti, è di fondamentale importanza che il termovettore selezionato contenga un pack di inibitori destinato a contrastare la corrosione e a limitare i rischi di perdite. Inoltre, al momento della diluizione di un termovettore da diluire, è importante utilizzare acqua demineralizzata, per non importare agenti contaminanti in fase di messa in funzione del sistema.

Devono inoltre essere rispettati i range delle temperature di funzionamento. A seconda della base del termovettore scelto, queste temperature possono variare da -55 a +200 °C. Climalife offre una gamma di termovettori che copre tutti i range di temperatura possibili.

In un impianto solare, ad esempio, il termovettore circola nel circuito primario di un impianto di riscaldamento o di produzione di acqua calda e nei pannelli solari termici, che possono essere soggetti a temperature elevate, soprattutto durante i periodi di ristagno in fase di inattività dell’impianto.

La base di formulazione 1,3-propandiolo di origine vegetale del Greenway® Neo Solar N, molto stabile alle alte temperature, induce uno scarso deterioramento nei circuiti e riduce l’invecchiamento. Il prodotto evita la “catramatura” di collettori e circuiti e consente una maggiore vita utile degli impianti. Ad una temperatura di +150 °C per 150 ore, il Greenway® Neo Solar N si deteriora 3 volte meno rapidamente rispetto a una soluzione da diluire al 50% in glicole monopropilenico.

4. Sicurezza dei consumatori

La formula Greenway® Neo N è registrata NSF HT1

La formulazione della gamma di termovettori Greenway Neo®, molto apprezzata dal mercato sin dal 2010, si evolve. Il Greenway® Neo è ora registrato NSF HT1 per il contatto alimentare accidentale e assume la denominazione Greenway® Neo N. Il prodotto conserva la stessa efficacia di trasmissione del calore della formula precedente e consente in particolar modo di soddisfare al 100% le esigenze delle applicazioni alimentari.

Inoltre, il Greenway® Neo N presenta sempre una viscosità inferiore a quella dei termovettori tradizionali (a base di MPG) e permette di raggiungere temperature fino a -50 °C, non raggiungibili con un MPG. In alcuni casi, è possibile ridurre il dimensionamento delle tubature e delle pompe, con conseguente riduzione dei consumi energetici.

Uno sguardo all’applicazione alimentare

I termovettori vengono spesso utilizzati per ridurre la temperatura nello stoccaggio e nei processi di fabbricazione e trasformazione di alimenti e bevande nell’ambito del settore alimentare. Per la sicurezza dei consumatori, è necessario scegliere un termovettore non tossico.

Si precisa che non esistono termovettori “alimentari” né “di qualità alimentare”, in quanto un termovettore non è un ingrediente alimentare. Esistono tuttavia termovettori registrati dalla National Sanitation Foundation (NSF) per il contatto alimentare accidentale.

N.B.: in caso di contatto con un termovettore, il prodotto alimentare contaminato non deve essere messo in commercio.

La registrazione NSF HT1 non sottintende che il prodotto alimentare contaminato possa essere consumato.

Uno sguardo all’applicazione per acqua calda sanitaria

Climalife propone una gamma di termovettori destinati alle applicazioni che possono entrare a contatto con l’acqua calda sanitaria (ACS), ovvero l’acqua riscaldata impiegata per scopi domestici e convogliata attraverso le condutture fino ai punti di utilizzo (doccia, lavello, lavastoviglie, ecc.).

Esistono diverse tecniche di riscaldamento dell’ACS, come lo scambio termico con un circuito di acqua più calda (ad esempio di origine solare) rispetto a quella da riscaldare.

Per limitare i rischi associati all’ingestione involontaria in caso di perdite verso l’ACS, Climalife ha aggiunto un additivo amaro ai prodotti

Greenway® Neo Heat Pump N Greenway® Neo Solar N.



Lo sapevate ?

Formulati a base di una materia prima rinnovabile di origine vegetale, i Greenway® Neo N offrono un profilo di coerenza ambientale. Inoltre, l’analisi del ciclo di vita* dimostra che la sua produzione assicura vantaggi ambientali significativi: meno emissioni di gas a effetto serra (-56%) e meno energia non rinnovabile (-38%) impiegata nella produzione rispetto ai termovettori tradizionali a base di risorse fossili (petrolio), come gli MPG.

*L’analisi del ciclo di vita è uno studio che prende in considerazione l’impatto ambientale del prodotto dalla sua creazione fino allo smaltimento.

Il 1,3-propandiolo di origine vegetale: la materia prima della gamma Greenway® Neo N

Il Greenway Neo N è un termovettore a base di 1,3-propandiolo di origine vegetale²

²Il Susterra® omologato da NSF International (Proprietary Substances and Nonfood Compounds) è un componente adatto all’uso nei termovettori in caso di contatto fortuito con gli alimenti (codice categoria: HTX-1; numero di autorizzazione NSF: 141749), da utilizzare nei pressi e all’interno delle zone di trasformazione degli alimenti conformemente alle buone prassi di fabbricazione.

Inoltre, è riconosciuto sicuro dall’americana Food and Drug Administration (FDA) nella sezione 21CFR184.1666 e risponde alle specifiche del Food Chemicals Codex, 6ª edizione (2008).

Il 1,3-propandiolo è classificato come E1520 in una modifica alla direttiva 95/2/CE dell’Unione europea, che regolamenta gli additivi alimentari per uso umano, ed è riportato nell’allegato I del regolamento (UE) n. 10/2011 della Commissione come monomero e additivo autorizzato per i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari.