L’impiantista pensa che la rottura della pompa abbia danneggiato il fluido, perché quest’ultimo non circola più. Allora preleva un campione di fluido refrigerante e lo invia al laboratorio Climalife per l’analisi (APC B: aspetto + punto di congelamento + massa volumetrica a 20°C + riserva di alcalinità + pH), la valutazione dello stato di degrado e l’interpretazione dei risultati.
I risultati dell’analisi del vecchio fluido refrigerante hanno mostrato un residuo di catrame e un deterioramento del liquido, il che significa che occorre spurgare il fluido in stato di degrado e sostituirlo con un fluido più adatto.
* Attenzione: il degrado dei fluidi a base di glicole monopropilenico è irreversibile a partire da 160°C.
L’impiantista apre la valvola di scarico del sistema e attiva la pompa di circolazione. Per spurgare tutto il fluido refrigerante bloccato nelle parti basse, collega una pompa di riempimento e pompa acqua fino a quando il fluido che fuoriesce dalla valvola di scarico non diventa trasparente.
Attenzione: l’impianto non deve mai restare vuoto con un’atmosfera umida, per evitare la corrosione rapida dei materiali sensibili (rame, ottone, ecc.). In effetti, i fluidi refrigeranti hanno proprietà umidificanti capaci di portare con sé i residui di corrosione, con il rischio di ostruire le valvole e le canalizzazioni. Se non si può riempire l’impianto con il fluido refrigerante subito dopo lo spurgo e il risciacquo, meglio lasciare l’impianto “in attesa” riempiendolo con acqua pulita.
Una volta spurgato l’impianto, l’impiantista riempie il serbatoio associato alla pompa di riempimento con il detergente SolRnett e lo fa circolare nell’impianto per 30 minuti.
Questo fluido tecnico, conforme alle normative in vigore, è un disincrostante efficace per la pulizia degli impianti solari che presentano una diminuzione della portata dovuta alla “caramelizzazione” del fluido refrigerante (cosa che può accadere se il sistema non viene utilizzato per alcune settimane: il sole scalda il liquido refrigerante, che smette di circolare e diventa sempre più caldo, fino a degradarsi e formare una sorta di catrame).
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SolRnett pronto all’uso è un fluido acquoso a base di solventi organici umidificanti e di agenti leggermente alcalini. È solubile in acqua, non fa schiuma ed è facile da risciacquare. Elimina i depositi di fluido refrigerante degradato e i grumi che potrebbero diminuire la portata.
Inoltre è compatibile con i materiali dell’impianto (metalli ed elastomeri).
Dopo questa operazione di pulizia, l’impianto viene spurgato per eliminare il SolRnett “usato”.
Questo intervento può, da solo, far rinascere l’impianto... Sempre che non ci siano perdite
L’impiantista procede quindi a riempire l’impianto con Greenway® Neo Solar. Lascia circolare il prodotto per 5 minuti e poi lo lascia degassare. Lo lascia riposare 10 minuti affinché i gas disciolti si condensino nuovamente e lo lascia degassare di nuovo. In seguito lo fa circolare per 5 minuti per poi lasciarlo degassare ulteriormente. In tal modo si elimina tutta l’aria presente nel circuito. Il sistema può essere pressurizzato.
Si precisa che l’impiantista ha scelto Greenway® Neo perché il prodotto rispetta l’ambiente e ha un’eccellente resistenza alle alte temperature.
La stretta collaborazione tra l’impiantista e Climalife ha permesso il buon esito delle operazioni.
L’impianto beneficerà d’ora in poi di un servizio di manutenzione preventiva con una visita annuale obbligatoria e un’analisi dei fluidi in laboratorio (con il Kit APC, che comprende una scheda d’identificazione, un flacone per il prelievo in sito e una busta preaffrancata).
I vantaggi per il cliente finale sono molteplici: la riduzione del rumore, la salvaguardia dei materiali (niente più problemi alla pompa), un’efficacia migliorata e un ROI garantito sull’impianto solare.
N.B.:
Il fluido refrigerante solare deve essere scelto in funzione delle condizioni in cui funzionerà l’impianto, al fine di evitare eventuali perdite di efficacia dovute a trasferimenti termici.